Cosa c’entra la SEO con i cappelli?

Black hat, white hat, grey hat! Con il 68% delle esperienze online che iniziano con un motore di ricerca e oltre il 50% del traffico del sito Web proveniente da ricerche organiche, l’ottimizzazione per i motori di ricerca (SEO) è fondamentale per il successo aziendale. Tuttavia, per una SEO di successo è necessario implementare le pratiche giuste. Sebbene non esistano linee guida che definiscano la SEO etica, se non segui quella che è considerata una buona pratica, i motori di ricerca ti puniranno nelle loro classifiche! Diciamo che Google è abbastanza grande da avere voce in capitolo nel futuro della tua attività e non puoi davvero permetterti di stravolgerne gli algoritmi.  Il titolo di questo articolo potrebbe farti chiedere cosa c’entrino il marketing digitale e la SEO con i cappelli. Ti spiegheremo il significato SEO di cappello nero, bianco e grigio e la loro valenza.

Un po’ di storia

Il termine “cappello nero” deriva dai film western. I cattivi indossano cappelli neri per distinguerli dai buoni, che di solito indossano cappelli bianchi. Per questo, nel tempo, si è utilizzata questa convenzione per cui i creatori di virus, gli hacker e chiunque partecipi a comportamenti online non etici è collegato al “cappello nero”.

Cos’è quindi la Black Hat SEO?

Nel contesto della SEO, una pratica black hat è quella che non è approvata o va contro i termini di servizio del motore di ricerca. Di conseguenza, i siti possono essere banditi dalle pagine dei risultati dei motori di ricerca e da qualsiasi loro sito affiliato. Google elenca le pratiche che il motore di ricerca considera black hat. Ad esempio, una tecnica black hat molto comune è nota come keyword stuffing, in cui i creatori di contenuti “sovraccaricano” di parole chiave il testo, per renderlo più prezioso per i crawler dei motori di ricerca. Tuttavia, sebbene la tattica fosse incredibilmente efficace un decennio fa, dall 2020 gli algoritmi dei motori di ricerca la puniscono, favorendo la qualità e i contenuti utili. Un’altra popolare tecnica black hat è il contenuto nascosto ma leggibile dai crawler dei motori di ricerca; il testo, infatti, sul sito web è scritto con un carattere bianco, quindi utile ai fini SEO ma inutile per un visitatore, in quanto non visibile.

Usare “tattiche sporche” per indirizzare più traffico al tuo sito web oltre a non essere etico, non ha neppure più senso dato che Google se ne rende conto e ti penalizza subito, abbassando il ranking del tuo sito dalla ricerca organica. Peraltro, la maggiore minaccia per la SEO black hat è rappresentata dalle sanzioni manuali: se qualcuno del team di ricerca di Google dovesse scoprire “tecniche SEO innaturali”, potrebbe applicare una sanzione manuale al dominio: il sito infatti potrebbe essere rimosso definitivamente da Google.

Cos’è invece la White Hat SEO?

Google e altri motori di ricerca adorano chi usa la white hat SEO. La white hat SEO è tutto ciò che la black hat SEO non è: Il contenuto creato di alta qualità, il testo non occultato, le parole chiave utilizzate non eccessivamente, ecc.

Le caratteristiche principali per un perfetto sito white hat sono:

– contenuti di alta qualità con un mix di testo, immagini e video

– adattabilità ai dispositivi mobili (responsive website)

– tempi di caricamento della pagina rapidi

– parole chiave descrittive e meta tag

– struttura facilmente navigabile.

Con “alta qualità” si identifica il contenuto che soddisfa le esigenze dei visitatori e può risolvere i loro problemi. Una buona architettura aiuta gli utenti e i crawler dei motori di ricerca ad orientarsi nel tuo sito web. I visitatori, inoltre, dovrebbero essere in grado di spostarsi con meno clic possibili, ridurre la frequenza di rimbalzo e mantenerli sul sito più a lungo. Sia i tassi di rimbalzo che quelli di coinvolgimento sono fattori per la SEO. Le tattiche white hat adottano un approccio mobile-first. L’utilizzo di Internet mobile ha ora superato quello del desktop, quindi, rendere i siti intuitivi sui dispositivi è fondamentale per l’esperienza del cliente. Oltre il 90% delle persone giudica i siti web in base alla loro reattività.

E per Grey Hat SEO cosa si intende?

Come si può ben intuire, la Grey hat SEO si posiziona tra la white hat e la black hat. La grey hat SEO identifica le tecniche ambigue che non rispettano o vanno contro i termini dei servizi pubblicati dai motori di ricerca. Le tattiche tendono ad essere alquanto dubbie e possono.

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